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Concerto
10/12/2023
19:00
Mattatoio La Pelanda

What's next /1

Descrizione

Lorenzo Biguzzi chitarra

 

Azio Corghi (1937-2022) Consonancias y Redobles (1973)
  per una o più chitarre e nastro magnetico ad libitum
   
Giorgio Colombo Taccani (1961) Volto ritratto in silenzioso gelo (2021)
   
Stefano Scodanibbio (1956-2012) Verano de suerte (1981-82)
   
Maurizio Pisati (1959) Chahack (2008)
  Intrusioni nella Ciaccona di Bach per chitarra e audiotrack
   
Sylvano Bussotti (1931-2021) Ultima Rara
  per chitarra e voce narrante
   
Nicola Sani(1961) Turning Page (2019)
  per chitarra

Lorenzo Biguzzi ci accompagna in un percorso nella letteratura musicale italiana per chitarra degli ultimi sessant’anni, attraverso le pagine di sei compositori di diverso stile e formazione. Nei brani presentati si alternano diverse tecniche esecutive, suggestioni e rielaborazioni di molteplici repertori musicali, in un programma ricco e articolato, che ne mette in luce le particolari abilità interpretative.

Turning Page di Nicola Sani è una composizione ispirata alle innovazioni tecniche introdotte dal grande chitarrista rock britannico Jimmy Page. Come spiega l’autore, «il suo gruppo, i Led Zeppelin, ha aperto la strada verso una libertà sconosciuta, verso territori inesplorati del suono, amplificando gli orizzonti della musica. In questa composizione ho cercato di esprimere il sound della mia generazione, per inventare un nuovo progetto sulla chitarra acustica. La composizione, dedicata a Giovanni Puddu, instancabile esploratore di suoni, è liberamente ispirata alle tecniche performative sperimentate da Jimmy Page. […] Le nuove tecniche chitarristiche introdotte da Jimmy Page, hanno dato al rock nuove sonorità, unite a forme di improvvisazione e di dilatazione della struttura musicale delle song, che sarebbero più tardi diventate patrimonio della stagione del rock progressivo. Riascoltando quelle esperienze, le travisate sonorità di Jimmy Page e dei Led Zeppelin messe a lucido dai nuovi remastering digitali, al loro grido oggi fuori tempo, pensando agli anni della mia formazione, di compositore e prima ancora di chitarrista, sono tornato su quelle sonorità elettriche ed esasperate, riportandole sulla chitarra acustica, rendendole parte di una tecnica performativa che, grazie al determinante apporto di Giovanni Puddu che ne ha curato la revisione e la diteggiatura, può essere oggi considerata parte integrante del repertorio "classico"» (nota dell’autore).

Come spiegato da Azio Corghi nell’introduzione alla partitura di Consonancias y Redobles, lo spunto utilizzato per la composizione sono le indicazioni anteposte dal compositore spagnolo Luis de Milán (XVI sec.) nelle sue fantasie per vihuela. La suggestione iniziale e il contesto di riferimento si intersecano con un linguaggio musicale che risente della sperimentazione musicale di secondo Novecento: «la forma e il modo di eseguire le Consonancias y Redobles derivano dalle indicazioni che Luys Milan scrisse come prefazione alle sue Fantasie per Vihuela nel libro intitolato “El Maestro”: “Las consonancias a espacio y los redobles apriesa” (le armonie lentamente e rapidamente i passaggi decorati). Frammenti tratti dalla Fantasia XVI del Libro I determinano gli eventi sonori e l’atteggiamento dell’esecutore nei loro confronti. Le Consonancia formano elementi “fissi” come blocchi disperdenti di energia sonora, i Redobles creano zone “mobili” formate da punti sonori articolati nello spazio» (nota dell’autore). 

Presentata nel 2022 nell’ambito dell’International Festival & Summer Academy dell’Accademia Chigiana di Siena, Volto ritratto in silenzioso gelo di Giorgio Colombo Taccani prende spunto dalla suggestione derivante dallo sguardo fisso rappresentato in un ritratto: «Misurato, con fredda regolarità. Un volto ci osserva, rinchiuso nella fissità senza tempo di una fotografia, di un dipinto, di uno schizzo appuntato a matita. Distacco gelido, fugaci trasalimenti - forse - subito smentiti e dimenticati. Uno sguardo austero, lontano. Osservati osserviamo. Ancora. E ci pare che nel viso ritratto qualcosa si sciolga. Qualcosa pare fluire al di sotto del gelo della superficie. Un ricordo esile, un languore quasi perduto balugina fino a scomparire. In un istante tutto viene avvolto di nuovo dalla fredda fissità del primo sguardo. Ora però sappiamo. Abbiamo intravisto giorni interi dipanarsi nell’attimo sospeso di quell’accenno di vita e continuiamo a osservare, attoniti. E accade. L’immobilità freme, un grido, un lamento, un richiamo tagliente. Poi è subito ricordo, un estremo messaggio perso entro scaglie ghiacciate. Un volto ci osserva» (Giorgio Colombo Taccani).

Nel catalogo di Stefano Scodanibbio, formato principalmente da composizioni per archi, con un ampio spazio dedicato al contrabbasso, sono presenti diversi lavori per chitarra. Composto tra il 1981 e 1982, Verano de suerte appartiene alla produzione giovanile, ma già presenta alcuni tratti stilistici peculiari. Elemento caratterizzante della composizione, evidente sin dalle prime note, è la particolare costruzione sonora ottenuta dall’utilizzo degli armonici anche in combinazione con le note reali eseguite nel registro grave. Ciò determina la definizione di evidenti contrasti tra registri, un approfondimento del timbro e una sorta di rifrazione del suono stesso, che risulta amplificato in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Quanto rilevato costituisce un tratto ricorrente nella produzione di Scodanibbio, presente anche nelle numerose composizioni per contrabbasso.

Punto di partenza di Maurizio Pisati, come indicato nel titolo del suo brano in programma, è la celebre Ciaccona di Johann Sebastian Bach, quinto e ultimo movimento della Partita n. 2 in re minore per violino solo. In Chahack la melodia originale, presentata in apertura, riaffiora a più riprese nel corso della composizione, rivelandosi ben presto poco più di un ricordo o una suggestione. Essa viene dapprima citata, poi scomposta e rielaborata, divenendo il pretesto per un nuovo percorso musicale. 

In Ultima rara di Sylvano Bussotti la scrittura musicale appare pervasa da una particolare attenzione al tessuto polifonico e da una cura minuziosa del segno dinamico e agogico. Il brano è interessato da passaggi di intenso virtuosismo che permettono all’esecutore di esplorare tutte le potenzialità timbriche dello strumento. La composizione si caratterizza per il dialogo tra l’esecuzione chitarristica e le incursioni della voce narrante che ne determina la teatralità.


In collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio di Roma
Con il sostegno del CIDIM

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Informazioni

Roma
Mattatoio La Pelanda
piazza Orazio Giustiniani 4

ore 19.00

Biglietto unico
5 euro