A quarant’anni dalla scomparsa di Domenico Guaccero, un concerto dedicato alla sua musica per ensemble vocale insieme a quella di Egisto Macchi, altro infaticabile animatore della stagione iniziale di Nuova Consonanza.
In programma lavori per ensemble vocale, coro misto e per coro di voci bianche allora tenuti a battesimo dalla indimenticata Bruna Liguori Valenti.
Domenico Guaccero (1927-1984) |
Esercizio per otto voci, da Rappresentazione et esercizio (1968) |
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azione sacra su testi testi biblici, di Notker Balbulus e di S. Juan de la Cruz |
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Egisto Macchi (1928-1992) |
Voci (1963) versione rielaborata per otto voci |
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su testo di Giuseppe Ungaretti |
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O vos omnes (1980) per coro di voci bianche a 8 parti |
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testo tratto da Threni, id est lamentationes Jeremiae Prophetae 1-12. |
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Domenico Guaccero (1927-1984) |
Il sole e le altre stelle (1983) |
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su testi biblici, di Collodi e di Dante Alighieri |
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per voce bianca solista*, coro voci bianche e strumento di pelle grave |
EVO Ensemble
Teresa Varelli soprano I, Veronica Bartolomei soprano II, Cinzia D’Anella contralto I, Vittoria De Vincentiis contralto II, José Gabriel Falla Obando tenore I, Edoardo De Vincentiis tenore II, Alessandro Cavazzani baritono I, Niccolò Panigutti baritono II
Virginia Guidi coordinamento e direzione
Coro di voci bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Carlotta Abbate, Filippo Aleandri, Veronica Alianelli, Maddalena Aloise, Claudia Amodeo, Costanza Asaro, Giovanni Asaro, Eleonora Baldacci, Francesca Balestrieri, Demetrio Balocco, Livia Balzano, Ginevra Basta, Amalia Belato, Vito Bondanese, Gloria Brandi, Elisa Buoncristiani, Livia Buono, Valeria Calistri, Allegra Carluccio, Olga Carpagnano González-Vallinas, Chiara Cauli, Isabella Cavallini, Sofia Ceci, Benedetta Cenfi, Ilaria Centili. Alessandro Ciaglia, Maria Sole Ciaralli, Livia Ciaravino, Elettra De Simone, Diana Del Bianco, Lorenzo Maria Del Pico, Mia Della Grotta, Giulia Di Cesare, Stella Maja Di Conza, Beatrice Maria Di Falco, Giuseppe Di Natale, Marta Farrugia, Alice Fiorelli, Rebecca Gangemi, Ettore Genuini, Riccardo Giorgio, Livia Guadagni, Mariam Hamad, Gloria Iacopino, Livia Imperatori, Giulia Iraci, Costanza Koch, Angelica Lagha Carmellini, Carol Livia, Maria Luisa Lombardi D’aquino, Matteo Lorenzetti, Alessia Manzo, Livia Massimi, Jana Mitrevski, Elena Monjoux, Enrico Morace Pinelli, Vittoria Moretti, Flora Negri Diva, Miguel Novellino, Irene Osieriu, Vittoria Palanti, Sara Pappalardo, Emma Parmeggiani, Margherita Neve Peduto, Emma Pesci, Diana Pessoa Santos, Massimo Petillo, Greta Petrangeli, Asia Prati, Lucrezia Ramella, Vanessa Ramge, Fabrizio Resse, Bianca Rizzo, Stella Maris Rosati, Francesca Lucia Rossi, Francesco Sacco, Ginevra Sansone, Margot Schiavone, Alessandro Tancredi Scialoja, Virginia Sinestrari, Talya Sonar, Margherita Zelli
Claudia Morelli direttrice
Paolo Casali maestro collaboratore
Giorgia Cinciripì preparatrice vocale del coro
Elisa Buoncristiani voce solista*
Terenzio Chialastri percussioni
Nella storia della musica del secondo Novecento, la voce umana ha assunto un ruolo di primo piano nella riflessione e nel lavoro di numerosi compositori. Anche Domenico Guaccero ed Egisto Macchi prestarono una particolare attenzione alle sue possibilità artistiche ed espressive, concentrandosi su una prospettiva di sperimentazione e di ricerca. Nel 1968, a Roma, fondarono l'Istituto della voce, un centro dedicato allo studio delle caratteristiche e delle potenzialità della voce in ambito musicale. L'obiettivo principale dell'istituto era quello di esplorare il ruolo della voce non solo nei diversi generi musicali tradizionali, ma anche nella sperimentazione e nell'interazione con le nuove tecnologie emergenti, come l'elettronica o la cibernetica. Il concerto è rappresentativo di questo interesse longevo, evidenziando alcuni tratti stilistici peculiari delle due personalità musicali.
Esercizio per otto voci di Domenico Guaccero costituisce la seconda parte del più ampio e articolato lavoro Rappresentatione et esercizio, tra le opere teatrali più significative del compositore. Nell’ampia e dettagliata premessa a quella che egli stesso definisce un’azione sacra, Guaccero spiegava come questo lavoro fosse costituito da due sezioni complementari. L’una (la rappresentazione) è descritta come un quadro o una sequenza di azioni da mostrare agli ascoltatori. L’altra (l’esercizio) è vista come un vero e proprio «ripiegamento su se stessi» o una sorta di meditazione collettiva; allo stesso tempo, l’esercizio costituiva un tentativo di coinvolgimento, indispensabile per mettere in pratica un’idea di teatro vista come azione e compartecipazione dei presenti.
Presentata nel 1982 al XIX Festival di Nuova Consonanza dal Coro Aureliano diretto da Bruna Liguori Valenti, Il sole e l’altre stelle rappresenta una tappa importante nell’esplorazione delle possibilità timbriche della voce, indagate grazie all’impiego di emissioni e materiali eterogenei. Sulla base dei colpi isocroni prodotti da uno strumento di pelle grave, la voce solista e il coro si muovono tra il canto e la recitazione, impiegando una vasta gamma di tecniche espressive, come suoni soffiati, urlati, sussurrati, cantati a bocca chiusa o spiegati, cantilenanti o gridati.
Più volte presidente di Nuova Consonanza e membro dell’omonimo Gruppo d’Improvvisazione, Egisto Macchi è stato un infaticabile animatore di iniziative volte alla ricerca e alla sperimentazione. I due brani in programma confermano il suo interesse per la voce umana, già evidente in Voci, del 1963, su testo di Ungaretti, nato per coro misto e rielaborato in questa occasione per un organico di otto voci. La voce è trattata come uno strumento in continua evoluzione timbrica e dinamica. Il testo di Ungaretti si sfalda in fonemi divenendo puro suono, per affiorare compiutamente solo in alcuni punti della partitura. La composizione si muove tra momenti di grande intensità e fasi più raccolte, in un flusso che trasforma costantemente il materiale sonoro.
Non è un caso che, dopo diversi anni di silenzio, Macchi riprese a comporre solo nel 1980, alla morte di Evangelisti, con O vos omnes. Come spiega Daniela Tortora, questo lavoro inaugura una fase compositiva differente, contraddistinta da «un carattere volutamente non sperimentale» e dalle «soluzioni distesamente consonanti che la governano», tale da allineare le opere di questo periodo «in una sorta di limbo non assegnabile ad alcun indirizzo, ad alcuna corrente egemonizzante di pensiero e di scrittura» (D. Tortora, in Archivio. Musiche del XX secolo. Numero monografico: Egisto Macchi, CIMS, Parlermo 1996). O vos omnes, che nasce nell’ambito di un più ampio progetto compositivo dedicato all’Apocalisse su un testo tratto dalle Lamentazioni di Geremia, conferma questa propensione: lo stile è arcaicizzante, con una scansione ritmica elementare e un andamento vocale lineare. Questa apparente immediatezza, tuttavia, nasconde diverse insidie, legate specialmente all’interpretazione e alla concertazione vocale.
in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Musica per Roma
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