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Concerto
23/11/2023
20:30
Teatro Torlonia

Un secolo di musica italiana

Descrizione

Marco Scolastra pianoforte

 

Alfredo Casella (1883-1947)  Undici pezzi infantili op. 35 (1920)
  1. Preludio – Allegretto moderato ed innocente
2. Valzer diatonico – Vivacissimo
3. Canone – Moderatamente mosso
4. Bolero – Allegro spagnuolo
5. Omaggio a Clementi – Allegro vivace
6. Siciliana – Allegretto dolcemente mosso
7. Giga – Tempo di giga inglese (Allegro vivo)
8. Minuetto e Musette – Moderato. Dolce
9. Carillon – Allegramente
10. Berceuse – Allegretto dolce
11. Galop – Prestissimo
   
  Due Ricercari sul nome B-A-C-H op. 52 (1932)
  1. Funebre
2. Ostinato
   
Gian Francesco Malipiero 
(1882-1973)
Omaggi (1920)
  1. A un pappagallo
2. A un elefante
3. A un idiota
   
Goffredo Petrassi (1904-2003) Toccata (1933)
   
Luciano Berio (1925-2003)  Wasserklavier (1965)
  da Six Encores (1965-1990)
   
Giacinto Scelsi (1905-1988) Un adieu (1988)
   
Giovanni Guaccero (1966) Rapsodia* (2023)
   
Domenico Turi (1986) Miniature notturne (2018)
   
Matteo D’Amico (1955) Crossdressing Bach (2016)
   

* prima esecuzione assoluta

 

Il recital per pianoforte di Marco Scolastra attraversa un secolo di musica italiana per pianoforte, evidenziandone i cambiamenti e le linee di continuità. A partire da Alfredo Casella, tra i maggiori artefici del rinnovamento linguistico della musica strumentale italiana di primo Novecento, il programma si sofferma su una pagina importante della produzione di Goffredo Petrassi, maestro di molti soci fondatori di Nuova Consonanza. Passando per altri importanti rappresentanti dello scorso secolo, ampio spazio è dedicato alla composizione attuale, con una prima esecuzione di Giovanni Guaccero.

Il programma si apre con Undici pezzi infantili di Alfredo Casella, raccolta dedicata a Mario Castelnuovo Tedesco, di cui Casella aveva, tra i primi, riconosciuto e sostenuto il talento. In linea con la tradizione dei Kinderstücke, sono qui assortiti piccoli microcosmi dalle diverse sfumature, a formare una tavolozza di suggestioni e colori dell’universo infantile. La raccolta è introdotta dal Preludio. Questa introduzione in tempo “Allegretto innocente” è scritta con il procedimento della politonalità, felicemente definita dallo stesso Casella «modulazione nella simultaneità». Segue il vivace Valse diatonique che utilizza il campo sonoro dei tasti bianchi del pianoforte e il Canone che, al contrario, ricorre ai tasti neri sino alla propria dissoluzione in un progressivo diminuendo.

La scena cambia radicalmente con il Bolero e i suoi ammiccanti guizzi spagnoleggianti. Con l’Omaggio a Clementi si ristabilisce un’atmosfera più ordinata e affine alla forma dello “studio” cara a Clementi. L’elemento scalare ostinato di derivazione clementina viene qui deformato grazie all’uso di intervalli inusuali ma mantiene la classica alternanza delle mani che si avvicendano nell’esecuzione del continuum. L’accordo finale suggella il procedimento di alterazione e distorsione del linguaggio clementino. Stesso epilogo troviamo nell’accordo sporcato della Siciliana. Il ricorso a forme musicali antiche si addice al gusto neoclassico dell’epoca. La Siciliana si caratterizza per il suo colore popolare, la Giga per il piglio umoristico e il Minuetto per la sua grazia misurata. Misurato e meccanico è il Carillon che è descritto perfettamente dal registro acuto e dalla politonalità a richiamare il suono degli ingranaggi che perdono la carica e s’incantano verso la fine. Ammaliante la Berceuse che nel sortilegio del suo passo cadenzato e incantatorio ci conduce al Galop finale, uno sfrenato gioco che allegramente termina in uno sberleffo infantile alla cadenza dominante- tonica.

I due Ricercari sul nome BACH utilizzano uno dei crittogrammi musicali più utilizzati nella storia della musica. Le lettere del nome BACH sono traducibili nelle note sib-la-do-si. Il primo Ricercare è connotato da un andamento Funebre e prende le mosse dal rigore contrappuntistico bachiano per poi assumere contorni armonici tipici della scrittura di Casella. Il brano mette in atto una trasformazione del materiale dato (sib-la-do-si) utilizzando espedienti tra cui trasposizioni, diminuzioni, inversioni, spostamenti di registro, raddoppi. Il secondo Ricercare si caratterizza per l’andamento ipnotico ed è costruito su un ostinato di quattro note (sib la do si) inframmezzate da pause sulle quali si inseriscono armonie ed episodi melodici derivati dal materiale di partenza.

All’omaggio di Casella a Bach seguono gli Omaggi di Malipiero a un pappagallo, a un elefante, a un idiota.  L’ironia graffiante di Malipiero ci induce a pensare che chiunque sia degno di una dedica, di un omaggio. Il pappagallo viene imitato attraverso acciaccature e brevi volatine dalle quali deriva un tema suadente e ripetitivo. L’elefante è omaggiato della sua pesantezza con accordi pieni in registro grave. Ma come il pappagallo da ripetitivo e meccanico può mostrare un lato suadente, anche l’elefante può spostarsi su un registro acuto e alleggerirsi per un istante. E così, anche la leggera spensieratezza dell’idiota può mostrare un barlume di risolutezza e assertività.

La Toccata (1933) di Petrassi prende le mosse dai Due Ricercari sul nome Bach (1932) e sviluppa i procedimenti dell’improvvisazione e del fugato propri del linguaggio barocco. Le architetture polifoniche si articolano a partire da due temi esplicitati nelle prime battute del brano. All’Adagio iniziale segue una sezione più animata in cui viene evocata una scrittura di stampo organistico. Il brano si conclude in Adagio riprendendo l’iniziale atmosfera metafisica e sospesa.

Wasserklavier di Luciano Berio è una miniatura che fa parte della raccolta dei “six encores”, un ciclo di brani scritti in diversi periodi e dedicati agli elementi (aria, terra, acqua, fuoco). Essa utilizza un materiale derivato dall’intermezzo op.117 n. 2 di Brahms e sfruttando le suggestioni fornite dall’elemento acquatico ricrea un ambiente sommerso, madido di pedale, come a evocare un ricordo inabissato.

Un adieu di Giacinto Scelsi è un brano dal carattere estatico e meditativo che prende forma da un cluster coronato: un tempo e uno spazio indefiniti e nebulosi. Il brano sembra rappresentare un epilogo che s’invera in un vago e misterioso ricordo. Le sonorità in pianissimo ne tracciano la lontananza e l’evanescenza. 

Silvia D’Augello

Rapsodia 
Partendo da un’unica matrice modale ricreata via via in varie forme, alterna momenti di rigida elaborazione tematica a lampi di libera invenzione “audiotattile”, cristallizzata nella scrittura. E se dal punto di vista formale da una stasi iniziale attraverso vari episodi si arriva a una parte centrale più ritmica, per poi tornare in modo circolare alla situazione iniziale, seppur trasformata, dal punto di vista stilistico l'elaborazione della matrice modale fa da ponte tra mondi apparentemente lontani nello spazio e nel tempo (dal canto sacro al jazz), che comunque oggi a pieno titolo possiamo considerare parte di quel variegato universo delle musiche che percepiamo come a noi contemporanee.

Giovanni Guaccero

 

Miniature Notturne
Piccoli momenti sospesi nella notte, come sogni, si susseguono uno dopo l’altro. Tra ricordi, incubi, giochi d’infanzia o malinconiche melodie la notte non dorme mai e ci regala quotidianamente imprevedibili e sorprendenti immagini.

Domenico Turi

 

Crossdressing Bach
Il titolo di questo pezzo è mutuato da quello escogitato qualche anno fa da due illustri interpreti bachiani d’oggi, Rinaldo Alessandrini e Enrico Gatti, per un loro concerto dedicato a versioni ‘secondarie’, o comunque alternative, realizzate dallo stesso Bach, di alcune sue composizioni cameristiche. Travestimenti, appunto, secondo l’accezione più innocente, e non necessariamente maliziosa, della parola inglese crossdressing, in questo caso riferita alla manipolazione libera che subiscono alcuni elementi melodici e armonici del Preludio e fuga in Mi minore del primo libro del Clavicembalo ben temperato. 
Emergendo lentamente da un nebuloso preludietto, i frammenti del Preludio bachiano si definiscono poco a poco, per trovarsi poi improvvisamente catapultati, grazie ad un deciso stacco nel segno della discontinuità, in una scrittura ritmica che supporta il tema brillante e virtuosistico della Fuga, e le sue molteplici varianti.  
Crossdressing Bach è stato scritto su invito della Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica per un concerto in memoria di Irma Ravinale, cui il brano è dedicato.

Matteo D’Amico


in collaborazione con Fondazione Teatro di Roma

Si ringrazia la Fondazione Isabella Scelsi per la gentile concessione dello spartito di Un adieu

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Informazioni

Roma
Teatro Villa Torlonia

via Lazzaro Spallanzani 1A

ore 20.30

COME ARRIVARE
autobus 60 express, 90 express, 62,66,82, n 66, n 90

Biglietti
intero 15
ridotto 10 (studenti, over 65, abbonati Accademia Santa Cecilia, Roma Europa, Palazzo delle Esposizioni)