di e con Elena Bucci e Luigi Ceccarelli
Elena Bucci voce
Luigi Ceccarelli live elettronics
Andrea Veneri diffusione sonora
prima esecuzione assoluta
Produzione Nuova Consonanza, Edison Studio, Le Belle Bandiere
Frutto di una collaborazione artistica di lunga data, lo spettacolo nasce dalla lettura dei versi di Amelia Rosselli. Partendo dalla naturale propensione della parola al suono, particolarmente accentuata nel mondo di Amelia Rosselli, Elena Bucci e Luigi Ceccarelli perseguono un’integrazione dei due linguaggi artistici, facendo tesoro delle più recenti risorse della tecnologia digitale e della diffusione sonora. La parola poetica rappresenta dunque un’occasione per costruire un percorso attraverso la voce, il suono, le variazioni ritmiche e le improvvisazioni.
Ho conosciuto Amelia Rosselli nel 1984, quando con Lucia Latour decidemmo di utilizzare come colonna sonora per uno spettacolo di danza le letture dei suoi testi. Amelia Rosselli si prestò volentieri all’operazione, e decidemmo di fare delle registrazioni della sua voce a casa mia. Così passammo un pomeriggio insieme. Prima di allora avevo spesso incontrato Amelia Rosselli dalle parti di via del Corallo: sempre seria, impenetrabile. Portava sempre la sua corazza anche quando leggeva i suoi testi. Li leggeva con una espressività inusuale, seriosa ma traspariva chiaramente una ironia stravagante.
Quanta vitalità c’era in quei testi, quanta invenzione e quanta meticolosità. Ci si scorgeva chiaramente il respiro della sua formazione cosmopolita, così insita in lei e che molta cultura italiana di quei tempi non ha mai avuto, chiusa in un provincialismo senza via di uscita.
Oggi, dopo tanti anni, la poesia di Amelia Rosselli ha ancora la stessa forza di allora, e anzi come accade per i grandi artisti, è diventata ancora più attuale e stupefacente. Amelia Rosselli ha iniziato il suo percorso artistico contemporaneamente dalla poesia e dalla musica, affascinata dalla nuova musica e dalle sue sperimentazioni più avanzate. Musica e poesia per lei erano totalmente affini, tenuti insieme dall’interesse per le strutture e dal rigore scientifico. Si, perché Amelia è stata una vera artista del nostro tempo, di quelli per cui la scienza e la conoscenza sono supporto imprescindibile della pratica artistica.
Questa performance parte dai testi e dal pensiero di Amelia Rosselli mettendo insieme poesia e musica, i due elementi che hanno segnato la sua vita, come soltanto oggi la tecnologia digitale può permetterci di osare. Un esercizio di integrazione dei linguaggi artistici che pensiamo possano essere un contributo ad una sintesi del suo pensiero.
Luigi Ceccarelli
Da tempo collaboro con Luigi e so bene come ad ogni sua proposta possa partire un viaggio che attraverso lo studio di temi, vite e opere ci conduca verso nuovi esperimenti di comunicazione tra drammaturgia musicale e testuale, voce e suono. La ricerca, spesso sospesa tra una nitida e ossessiva precisione e il mistero telepatico dell’improvvisazione, mi pare ci riporti alle radici sorelle delle nostre diverse arti. Il nome di Amelia Rosselli evoca una valanga di immagini ed emozioni spesso contrastanti: una poesia potente, ironica e straziante, una malattia insidiosa, una densa storia familiare e personale abitata da personalità originali e complesse. Quando Luigi mi ha fatto ascoltare la registrazione della sua voce ho avuto conferma, ancora una volta, di quanto la voce possa raccontare un’anima e di quanto, se tesa ad essere autentica e trasparente, diventi musica: variazioni di ritmo, echi di lingue diverse, furie, dolcezze, impennate improvvise, monocordie ipnotiche, slanci cupi e cristallini. Quella voce chiedeva ascolto e si ritraeva, denunciava le contraddizioni e le blandiva, era chiusa al mondo e tutta riversa in esso come solo i poeti sanno fare, era ispirazione per una drammaturgia che accogliesse, senza alcuna tentazione di stabilire rapporti di causa ed effetto, il racconto di una vita e la ricerca sulla sua arte. Chiedeva di miscelare musica, gesto e parola. Ho raccolto i più svariati materiali su di lei, sempre mettendo al centro la sua opera poetica: interviste, biografie, racconti, foto. E il suo mistero non si dissolveva, tendeva a crescere. Amelia sa fuggire lasciando una scia di domande. Ci siamo quindi ritrovati, Luigi ed io, ognuno con i suoi strumenti, decisi a tentare un lungo lavoro che ci indicasse la strada. È cominciata così una danza che, nonostante la nostra lunga conoscenza, ancora una volta ci ha stupito e non si ferma. Nell’ombra, attraverso Amelia, emerge e sfugge un luogo di tutti e di nessuno, del quale continuiamo ad avere nostalgia.
Elena Bucci
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