Marcello Filotei gode di sbalzi d’umore. Sfruttando i momenti di ottimismo si è diplomato in pianoforte, composizione e musica elettronica al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Nei frequenti stati di malinconia ha messo in musica quello che non riesce a esprimere altrimenti.
In attesa che un archeologo musicale del XXIII secolo ne riconosca il fondamentale ruolo giocato nella cultura del suo tempo, il Nostro vede le sue opere eseguite in festival italiani e stranieri, riceve commissioni da istituzioni attive nella musica contemporanea (Biennale Musica di Venezia, Cantiere internazionale d’arte di Montepulciano, Orchestra della Toscana, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Accademia Filarmonica Romana), si diletta a fondare e dirigere concorsi internazionali di composizione (Strumenti di Pace - Francesco Siciliani presso la Sagra Musicale Umbra) e a organizzare stagioni concertistiche in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana e la Radio Vaticana, fa parte del Direttivo di Nuova Consonanza e concede alla Rai di pubblicare le sue partiture.
Nel frattempo continua a scrivere alla ricerca di un linguaggio che contemperi la necessità di superare gli stereotipi del passato con l’esigenza di proporre all’ascoltatore un messaggio sonoro comprensibile, anche struttando le eccezionali possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie.
Non rinuncia però a esercitare il suo inconfessabile sadismo come critico musicale de L’Osservatore Romano e qualche volta di Radio3 Rai, attività che lo mette spesso a confronto con le opere dei compositori viventi più affermati.
Vecchio dalla nascita è attualmente un uomo di mezza età che garantisce la sua presenza al mondo dal 1966.