LPE – Lugano Percussion Ensemble
Luca Bruno, Armando De Angelis, Gregorio Di Trapani, Rina Roccasalva, Andrea Tiddi, Alberto Toccaceli percussioni
Mathias Steinauer (1959) |
Archaeopteryx (2021) op. 36 |
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per 6 percussionisti con uova, cinguettii e pietre |
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Steve Reich (1936) |
Music for Pieces of Wood (1973) |
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Patrizio Esposito (1960) |
Quello che la tavola dispensa* (2023) |
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5 pezzi per un percussionista + un pezzo extra per 6 percussionisti |
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commissione 60° Festival di Nuova Consonanza |
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Accursio Antonio Cortese (1980) |
Comunità di Gregge (2021) divertissement per 4 percussionisti |
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Nebojša Jovan Živković (1962) |
Trio per uno (1998) per trio di percussioni |
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Giacomo Platini (1967) |
Here is the deepest secret nobody knows (la poetica dei metalli) (2021) per sei percussionisti |
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I. the gold of november sunset II. a silver dissonance III. the dark steel kiss IV. here is the deepest secret nobody knows |
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Thierry De Mey (1956) |
Table Music (1987) per tre percussionisti |
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Luca Staffelbach (1996) |
Hexomino (2021) per sestetto di percussioni |
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* prima esecuzione assoluta
Vivacissimo ensemble svizzero, dedito da anni allo sviluppo del repertorio per percussioni, arriva a Roma con un programma di autori svizzeri e italiani, nel quale il mondo della percussione si allarga a ogni possibile oggetto, corpo risonante, per performance eccentriche anticlassiche. L’obiettivo principale del concerto consiste nell’avvolgere il pubblico in un’atmosfera immersiva, nella quale si rifrangono innumerevoli sfumature di timbri e colori, scegliendo un canale di comunicazione poco invasivo, quasi meditativo. Il programma comprende classici del repertorio per percussioni, brani di recente composizione e una prima esecuzione assoluta, mettendo in luce le innumerevoli sfumature timbriche delle percussioni.
In Archaeopteryx le percussioni evocano un’ambientazione preistorica precisa, collocata esattamente nel momento della comparsa degli uccelli. Per la sua composizione, infatti, Mathias Steinauer si è ispirato alla storia di alcuni ritrovamenti fossili molto particolari avvenuti attorno al 1860 a Solnhofen (in Germania): «mentre spaccava una lastra di calcare vecchia di 150 milioni di anni, un operaio si imbatté in un fossile che assomigliava in ogni dettaglio a una piuma di uccello. lI ritrovamento causò grande eccitazione, perché questa era l'epoca dei dinosauri. Avrebbero dovuto esserci degli uccelli in quel momento? Questo reperto è stato chiamato Archaeopteryx (“piuma antica”)». Il rinvenimento segna una tappa importante per la conoscenza delle specie animali, recando traccia di una forma di transizione che avrebbe portato alla successiva evoluzione degli uccelli. «Archaeopteryx, l’icona di questa storia di successo evolutivo, è diventato il fossile più famoso di tutti. Ed è diventato un oggetto del desiderio per il quale i collezionisti sono disposti a pagare fino a tre milioni di euro. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che la storia dell’uccello fossile preistorico sia anche una storia di frode e di dubbi d’affari. Il primo Archaeopteryx fu venduto a Londra per un sacco di soldi; il terzo, li cosiddetto esemplare di Maxbers, scomparve in circostanze misteriose – si dice che il proprietario lo portò con sé nella tomba» (M. Steinauer).
Classico del repertorio di percussioni, Music for Pieces of Wood, nasce dalle stesse radici di Clapping Music, altro lavoro di Steve Reich, ovvero dal desiderio di fare musica con gli strumenti più semplici possibili. Come spiega il compositore nella nota introduttiva al brano, «i legnetti utilizzati, o pezzi cilindrici di legno duro, sono selezionati in base alle loro particolari altezze (la, si, do#, re# e re# un’ottava superiore) e per il loro timbro risonante». La struttura ritmica della composizione è interamente basata sul processo di “accumuli” ritmici o sulla sostituzione di battute con pause, ed è suddivisa in tre sezioni di lunghezza ricorrenti.
Comunità di gregge di Accursio Antonio Cortese combina la scrittura strumentale con la cura della gestualità e della mimica facciale, tale da accentuare l’elemento teatrale così importante nel lavoro: «questa composizione – spiega Accursio Cortese – è nata in piena pandemia. Traendo spunto dalla tanto agognata immunità di gregge, il titolo gioca su tale espressione. La parte conclusiva del brano viene affidata alle voci dei percussionisti che enunciano i termini e le considerazioni che hanno caratterizzato l’intero periodo pandemico in quattro lingue diverse, facendo riferimento alle nazionalità dei componenti dell’ensemble».
Originariamente composto in un unico movimento, il Trio Per Uno di Nebojša Jovan Živković è stato successivamente rielaborato in tre movimenti, portatori di atmosfere variegate: il primo e il terzo condividono un’ambientazione selvaggia che sembra riferirsi a un culto rituale arcaico, mentre il secondo movimento ha un carattere lirico e contemplativo. Il brano ha un marcato impatto performativo, con una evidente prevalenza dell’elemento ritmico.
La particolarità di Here is the deepest secret nobody knows (la poetica dei metalli) di Giacomo Platini consiste nell’organico costituito interamente da metalli, comprensivo sia di strumenti convenzionali – quali piatti sospesi, barre sonore, campanacci, triangoli, crotali – sia non convenzionali, come freni e sospensioni di auto. La ricerca di Platini è orientata a confutare la dimensione del metallo quale oggetto potente, freddo e pesante, focalizzandosi sulla «possibilità, invece, di trasformare le caratteristiche del metallo come sorgente di colore, dolcezza e di una sua espressività peculiare e specifica» (G. Platini). I titoli delle sezioni di cui il brano si compone provengono da versi di poemi di Edward Estlin Cummings, poeta americano vicino alla sensibilità del compositore. Come spiegato da quest’ultimo, nella sua musica, così come nella poesia di Cummings, «gli aspetti di ricerca linguistica e di sperimentazione sono sempre fortemente connessi e funzionali alla volontà di comunicare un forte contenuto emotivo ed espressivo». Nel caso specifico, questo ha a che fare con le caratteristiche che il metallo può sprigionare, come la lucentezza, ma anche la dissonanza e la seduzione della sua parte oscura.
In Table Music di Thierry De Mey gli strumenti utilizzati sono tre tavolini. In questo caso, la varietà dei toni è legata alle differenti modalità di percussione adottate, nell’ambito di quella che l’autore ha definito una vera e propria “coreografia di mani”. Le figure ritmiche, così come le posizioni delle mani, sono dettagliatamente descritte e codificate in un repertorio di simboli indicati nella partitura.
Hexomino di Luca Staffelbach ruota attorno al concetto di esamino, un poligono nel piano composto da 6 quadrati identici collegati tra di loro tramite dei lati in comune. «La maggior parte delle persone non conosce questo termine, ma sa come girare l’oggetto e posizionarlo nella posizione corretta. Se in Tetris bisogna maneggiare i tetromini (combinazioni di tre blocchi), in Hexomino abbiamo a che fare contemporaneamente con combinazioni di sei blocchi. Quest’ultima origina diverse opzioni combinatorie prestandosi a forme sonore variegate. Più il pezzo avanza, più difficile sarà concentrarsi sulla qualità delle diverse combinazioni».
Quello che la tavola dispensa di Patrizio Esposito, presentato in prima esecuzione assoluta, è una raccolta di dodici pezzi per percussioni ciascuno dei quali è pensato come assolo. Come spiega il compositore, questa raccolta nasce come progetto pensato per la danza: «I dodici set di percussioni devono essere posizionati intorno allo spazio danza: il percussionista, partendo da un punto, si muove in senso orario da una postazione a quella successiva. Ogni tre brani la composizione assume una connotazione gestuale utilizzando il corpo (body percussion), la voce o dei semplici gesti. Il titolo si riferisce ai set di percussioni che normalmente sono molto contenuti occupando uno spazio ridotto. Sotto il profilo estetico, rispetto alla mia precedente produzione, il brano indaga il timbro come risultante dell’attenzione posta sulla scansione temporale nella sua complessità, prendendo spunto da differenti forme: la litania religiosa, la poliritmia, la pura gestualità…
Per l’occasione verranno eseguiti solo 5 pezzi della raccolta più un extra che raccoglie tutti e sei i percussionisti che compongono l’ensemble» (P. Esposito)
In collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio di Roma
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