L’evento comprende i lavori intermediali (opere audiovisive e installazioni) prodotti presso il C.R.E.A. (Centro di Ricerca ed Elaborazione Audiovisiva della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Frosinone) negli ultimi 9 anni con il coordinamento dei maestri Valerio Murat e Alessandro Cipriani e il supporto essenziale degli altri docenti del CREA (Fabio Agostini, Maurizio Argentieri, Antonino Chiaramonte, Maurizio Giri, Marco Massimi, Francesco Paris, Riccardo Santoboni).
Gli autori (Damiano Petrucci, Francesca Fabrizi, Lorenzo Pandolfi, Federico Foderaro, Alessandro Di Maio, Diego Capoccitti, CREA K//Lab, Vincenzo Core) dopo gli studi hanno intrapreso strade artistiche, professionali e di ricerca diverse, come completamente diversi sono gli approcci all’intermedialità dei lavori da loro presentati in questo evento collettivo. Nell’ottica della maieutica e del supporto alla diversità, infatti, l’idea delle produzioni del CREA nasce dalla possibilità di supportare gli autori seguendo la loro “voce” artistica e la loro concezione del rapporto fra suono, immagine e spazio.
ore 18 PRIMA PARTE - INSTALLAZIONI
Roberta Platania (1975) |
Midnight Sun (2017) installazione audio-reattiva |
È un'opera intermediale nella forma di un'installazione audiovisiva. Una composizione che interagisce con uno spazio e lo trasforma in un luogo di esplorazione delle architetture della mente quando questa viene sollecitata da una percezione, una visione che ha la consistenza ineffabile delle immagini che si compongono nella nostra mente quando sogniamo o siamo pervasi da un ricordo. Elusiva eppure materica, l'opera è la concretizzazione di quel confine nel quale l'immaginario, smarrito ogni riferimento naturalistico, si rivolge esclusivamente al rapporto tra la forma e la materia.
CREA K/Lab |
Camera delle Visioni E.C.T.O.R. VR (2023) installazione con dispositivo VR |
Esperimenti di Captazione e Trasmutazione Onirica delle Ricordanze.
"Accorrete, spiriti vaganti, a contemplare l'inarrestabile E.C.T.O.R., l'incanto meccanico che stravolge i confini del possibile!” Davanti alla Testa Anatomica di Filippo Balbi abbiamo immaginato ECTOR, una macchina che rende visibili i processi sottili della mente, un dispositivo logografico capace di materializzare l’indefinibile. Abbiamo liberato i corpi della Testa Anatomica, dando loro una voce e una consistenza.
Autori: Samuel Amenta, Walter Corneli, Benedetto Gulino, Lorenzo Pandolfi, Gianluca Rotondi, Matteo Tomasetti
ore 19 SECONDA PARTE - OPERE AUDIOVISIVE
Damiano Petrucci (1992) |
When the Snow Will Melt (10'08'', 2021) |
I nostri ricordi compiono un ciclo vitale parallelamente allo scorrere delle stagioni: dalla primavera si arriva così all’autunno, caratterizzato dal forte desiderio di rincorrere frammenti di vita che l’inverno inevitabilmente porterà via. Quest’opera si pone come speranza che non tutto svanisca per sempre nell’oblio e che chi ci lascia faccia sì che qualcosa di lui inevitabilmente resti. Il corto è stato distribuito su WeShort e Forme WebTV e ha ottenuto proiezioni in Europa e USA.
Lorenzo Pandolfi (1991) |
Cronografia di un corpo (06'25'', 2020) |
È una sequenza di “danze impossibili” disegnate dalla manipolazione digitale del tempo e della figura corporea. I suoni interagiscono con nuove figure e movimenti, spesso attivando e spesso venendo attivati da essi; altre volte, invece, si sviluppano per conto proprio, creando momenti di contrappunto audiovisivo. Montaggio, musica e coreografia elettronica a cura di Lorenzo Pandolfi. Danza a cura di Arianna Serra.
Federico Foderaro (1989) |
Alba (06'57'', 2016) |
Con l'Uomo Vitruviano, Leonardo rende omaggio al mondo classico, unendo arte e scienza. Egli anticipa l'esigenza moderna di riscoprire il senso della totalità della natura, dove ogni parte vive nell'insieme del tutto. Una nuova conoscenza che porta l'uomo a vedersi in relazione all'intero universo. La complessità del pensiero moderno e il progresso scientifico hanno prodotto la metafora dell'interconnessione della rete. Internet e il web ci fanno comprendere il mondo come un insieme organico di esseri viventi. La complessità della bellezza è l'unico modo per risolvere i problemi della vita. Come afferma Edgar Morin: «l'unica autentica religione dell'ipercomplessità è l'amore».
Alessandro Di Maio (1991) |
Bardo - Intermediate State (10'45'', 2019) |
Bardo in tibetano significa stato intermedio e indica la condizione di transizione tra due stati. Questo film è un viaggio che riflette sui concetti di Vita e Morte, Transizione, sul mondo dei sogni, e su tutte le illusioni che si manifestano nella nostra vita. È un invito a connettersi con un senso di comprensione più profondo, trovato nello spazio tra ogni suono e immagine. Il flusso audiovisivo diventa un ponte risonante verso il “non visto” e il “non sentito”, per una conoscenza che sappiamo esiste, ma di cui siamo abitualmente inconsapevoli.
Diego Capocitti (1973) |
Epithymetikòn (09'08'', 2015) |
È una composizione audiovisiva basata sul concetto di reincarnazione e reminiscenza relativo al mito della biga alata di Platone. Il colore nero, il rosso e il bianco diventano potenti simbologie del continuo divenire umano, lottando e coesistendo in un’unica entità che si ripete all’infinito in un ciclo eterno di morte e rinascita.
“How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot. Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resign'd”
(Eloisa to Abelard, Alexander Pope)
CREA K/Lab |
Chamber of Visions, #Anima et Corpo (09'30'', 2023) |
È un'installazione ispirata alla Testa Anatomica di Filippo Balbi. L'opera audiovisiva offre molteplici punti di vista e ascolto, integrando concetti di diversità, unicità, coesione e complessità. La tecnologia crea un mondo interconnesso dove i partecipanti si immergono nella visione molteplice. Combinando suono, immagine e parola, l'installazione invita alla riflessione sulle relazioni umane e artistiche, promuovendo comprensione reciproca e coesistenza armoniosa delle differenze. Autori: Federico Acosta Rios, Eugenio Cecchini, Elia dell’Orco, Fabio Fornaro, Gabriele Teti.
Francesca Fabrizi (1997) |
Residuo del deserto (07'34'', 2021) |
Il deserto è un approdo: un approdo profondo che nasconde l’acqua. Tra le sue dune sempre cangianti si cela il continuo divenire delle onde del mare. Residuo del deserto è tutto ciò che resiste alla sua aridità, che la interpreta come porosità, procedendo fra i suoi interstizi. Residuo del deserto è un viaggio e un approdo alle terre che sono mari e ai mari che trattengono la terra, alla luce che nasconde il buio, agli antenati che divengono detriti, lasciando solchi sulla sabbia, illuminando il mare nero per chi si mette in cammino.
Vincenzo Core (1982)- Fabio Scacchioli (1979) |
Miss Candace Hilligoss' Flickering Halo (13'50'', 2011) |
L'inizio è un altro film, un noir americano dei primi anni '60, sviscerato e sventrato, le cui immagini torturate e “detournate” si organizzano in strutture fragili, mutevoli, in intrecci multipli di trame in collasso costante. Esiste una distanza (brevissima, eterna) tra noi e l'immagine che abbiamo della realtà. Anche tra pensiero e azione, tra pensiero e linguaggio, troviamo una distanza simile, che è quella necessaria a trasmettere il segnale tramite impulsi elettrici dal cervello alle diverse parti del corpo. Miss Candace Hilligoss' Flickering Halo è un film su questa distanza, sull'intervallo che contemporaneamente separa e unisce, sul silenzio tra le parole, e il nero tra le immagini.
in collaborazione con il Conservatorio di Musica Licinio Refice di Frosinone, Azienda Speciale Palaexpo -Mattatoio La Pelanda
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