Andrea Molino (1964) |
PGD [Presence Generation Devices]* (2022) |
|
|
Giorgio Colombo Taccani (1961) |
Richiamo da lontano (1995) per flauto e clarinetto |
|
|
Carlo Boccadoro (1963) |
Come d’autunno (2019) per violino solo |
|
|
Giorgio Colombo Taccani (1961) |
Richiamo da vicino (2018) per flauto e clarinetto |
|
|
Luciano Berio (1925-2003) |
Sequenza VII (1969) per oboe |
|
|
Bruno Maderna (1920-1973) |
Serenata per un Satellite (1969) per ensemble |
|
|
Federico Santori (1991) |
Slipping Thoughts* (2022) per otto strumenti |
|
|
Carmen Fizzarotti (1992) |
Grande urlo azzurro* (2022) |
|
per flauto, oboe, clarinetto basso, violoncello |
|
|
Franco Donatoni (1927-2000) |
Arpège (1986) per sei strumenti |
Ensemble degli Intrigati
Francesco Checchini flauto, Giacomo Piccioni oboe, Francesco Darmanin clarinetto, Michele Pierattelli violino, Dagmar Bathmann violoncello, Lorenzo Dari percussioni, Stefania Scapin arpa, Massimiliano Cuseri pianoforte
Andrea Molino direttore
*prima esecuzione assoluta
Il suggestivo contesto della Pelanda del Mattatoio sarà molto di più di una cornice per questo particolare concerto dell'Ensemble degli Intrigati al Festival Nuova Consonanza; il “senso del luogo”, come dice il titolo, diventerà un vero e proprio elemento strutturale, teatrale, compositivo. Fin dall'arrivo del pubblico gli strumentisti ne accompagneranno e scandiranno il percorso verso la sala muovendosi attraverso l'intero spazio; i loro suoni arriveranno da tutte le direzioni, incrociandosi, sovrapponendosi, creando viaggi, ritorni, richiami, risposte. Anche dopo che, con la Serenata per un Satellite di Bruno Maderna (nella versione creata a Montepulciano appositamente per l'Ensemble degli Intrigati), il pubblico sarà finalmente confluito in sala gli spazi circostanti resteranno vivi, popolati, disegnando distanze e creando echi. Sarà solo con il leggendario Arpège di Franco Donatoni, il brano che chiuderà il concerto, che i musicisti si raccoglieranno definitivamente sul palco, come rispondendo ad una conclusiva attrazione di gravità.
Un’altra particolarità della serata sarà che il programma verrà eseguito senza soluzione di continuità, rinunciando all'usuale sequenza a mosaico di pezzi diversi e separati. I “generatori di presenza” ("presence" è il termine tecnico inglese per definire il rumore di fondo di un ambiente) avranno infatti il compito di creare delicatamente, in modo quasi impercettibile, le transizioni tra le varie parti del programma e permettere così una narrazione continua, il racconto di una unica storia.
Andrea Molino
PGD [Presence Generation Devices]
I “PGD [Presence Generation Devices]” sono, per così dire, i “dispositivi” grazie ai quali ogni momento della serata sarà popolato di suono, a partire dall'ingresso nell'edificio del primo spettatore fino al termine del programma; comprendendo tutte le transizioni tra i diversi brani e gli spostamenti tra gli spazi nei quali si muoveranno i musicisti. Questi “generatori di presenza” (“presence” è, in gergo tecnico, il rumore di fondo di un ambiente), pensati specificamente per questa serata e questo luogo particolari, renderanno appunto possibile, con estrema, quasi subliminale delicatezza, una delle caratteristiche narrative principali della serata: l'esecuzione del concerto in un flusso unico, senza soluzione di continuità.
Andrea Molino
Grande urlo azzurro
“Il mare che ieri era un torbido fondo di nuvola ai margini del cielo, si fa una striscia d'un cupo sempre più denso ed ora è un grande urlo azzurro...”
Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno
Grande urlo azzurro per flauto, oboe, clarinetto basso e violoncello, commissione del Festival Nuova Consonanza 2022, è uno strato cupo che si fa, a seconda degli eventi, più torbido, più rarefatto o più drammatico; il motore portante del movimento è la coreografia descritta dal violoncello, i cui gesti sono amplificati o punteggiati dai legni. La disposizione degli strumenti vuole creare una corrispondenza tra visione ed ascolto, creando un luogo centrale in cui i quattro timbri convergono.
Carmen Fizzarotti
Slipping Thoughts
Capita spesso che i pensieri, in tutte le loro forme, si manifestano repentinamente, aleggiano torbidi nella mente per poi svanire nel nulla, lasciando, talvolta, una traccia del loro passaggio: allo stesso modo, nel flusso musicale di Slipping Thoughts, le sonorità strumentali si organizzano e scombinano in maniera imprevedibile e variegata, dando vita, infine, a un unico ostinato la cui ossessività si impossessa gradualmente del discorso.
Federico Santori
In collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio
Condividi