Luca Sanzò viola
Silvia Colasanti (1975) |
Lamento (2023) |
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versione* per viola sola |
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Carla Magnan (1968) |
Vortice di neve (2014) |
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Carla Rebora (1973) |
Discordi (2004) |
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Alessandra Bellino (1970) |
Cruda Corda* (2023) |
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Meditazione sull'aria delle variazioni Goldberg Di J. S. Bach |
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in occasione dei 60 anni di Nuova Consonanza |
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Sonia Bo (1960) |
Collana Viola* (2023) |
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in occasione dei 60 anni di Nuova Consonanza |
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György Ligeti (1923-2006) |
Sonata (1991-94) |
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Hora lungă / Loop / Facsar / Prestissimo con sordino |
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Lamento / Chaconne chromatique |
*prima esecuzione assoluta
Luca Sanzò rende omaggio al 60° Festival di Nuova Consonanza con un recital per viola sola quasi tutto al femminile, eseguendo i lavori di alcune delle principali protagoniste della scena italiana degli ultimi anni. Apre il programma il Lamento di Silvia Colasanti (edizioni Casa Ricordi), originariamente composto per violoncello e qui presentato in un’inedita versione per viola sola.
Vortice di neve di Carla Magnan è stato scritto nell’inverno del 2014 a Ortisei, Alto Adige. «Nasce dalla suggestione creata osservando dalla finestra una tormenta di neve. Dal vetro i fiocchi di neve scendono creando disegni e piccoli vortici, che cambiano continuamente direzione, come una danza di cristalli, ora calma ora agitata o rissosa. Piccole figure di ghiaccio che dopo aver ballato, si smarriscono nel silenzio. Vortice di neve ha vinto il primo premio al I Concurso Internacional de Composición Nooa Project 2014 (Spagna) ed è stato seguito alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid da Yuval Gotlibovich nello stesso anno» (C. Magnan).
Per la composizione di Discordi, Carla Rebora si basa su un genere metrico di origine transalpina, il discorso, diffuso nella poesia italiana sin dalle sue origini nelle varianti ametrico e plurilingue: «Nella partitura il discordo ametrico suggerisce lo sfruttamento di una metrica musicale irregolare associata ad una continua esasperazione del gesto musicale. Il discordo plurilingue è tradotto nella centralità dell’intervallo (armonico e melodico), intervallo vissuto come espressione archetipale di un momento storico (discordo intervallare). I tre discordi proposti (I, II, III) sono preceduti da un esordio e chiusi da un congedo. All’interno del percorso è citato un frammento melodico che costituisce l’elemento di coesione delle parti con il tutto» (C. Rebora).
I lavori di Alessandra Bellino e Sonia Bo, entrambi in prima esecuzione assoluta, nascono per l’occasione del sessantesimo festival. Come indicato dal titolo, l’Aria di base delle Variazioni Goldberg costituisce il punto di partenza del lavoro di Alessandra Bellino: «Bach riecheggia nell’Aria delle Variazioni Goldberg attraverso un percorso meditativo che l’interprete compie assimilando al suo sentire quel tema sublime e riappropriandosi di antichi procedimenti e stilemi, rinnovati alla luce di nuove tecniche esecutive, per stabilire un punto di contatto fra passato e presente. L’idea, variamente rielaborata, circola ininterrottamente con una gestualità ora più libera, istintiva ed evocativa (con brevi cellule che emergono dal flusso prodotto su una stessa corda), ora più misurata e cosciente quando si fa canto.
La viola è chiamata ad esprimere se stessa con sonorità ruvide e velate col costante impiego dei suoni armonici, ma anche ad emulare la voce umana sempre tesa e concentrata a dosare il proprio respiro e a modulare il proprio colore per esprimere appieno quel canto frammentato che non vibra mai ma è tirato fino a tessiture estreme, come sospeso in una dimensione senza tempo affinché ne resti memoria all’infinito. Nel centenario della nascita del grande compositore György Ligeti, Cruda Corda, che è dedicato a Luca Sanzò, è anche un’aperta dedica al compositore ungherese ispirandosi nelle intenzioni poetico - musicali alla sua celeberrima Sonata per viola, aspirando a stabilire un dialogo fra epoche diverse ed una continuità che partendo da Bach, conduce a Ligeti giungendo fino a noi» (Alessandra Bellino).
Dedicata a Luca Sanzò, Collana viola di Sonia Bo è al momento costituita da tre brani, ma il titolo stesso allude alla possibilità di ampliare la collana con altri brani. «I tre brevi pezzi che la compongono sono molto diversi tra loro; laddove il primo e il terzo fanno riferimento a materiali utilizzati in precedenti lavori, il secondo brano è totalmente nuovo. Nel primo, di struttura bipartita, il violento impatto è collegato ad alcuni versi molto intensi della poetessa Mariapia Quintavalla. […] Il secondo brano si apre e si chiude su di una sorta di ninna nanna e di mormorio cantilenante, che fanno capolino all’interno dell’intero arco formale. Anche in questo secondo pezzo è sottesa una suggestione letteraria, tratta da Le onde di Virginia Woolf, relativamente al personaggio terragno di Susan, madre dolce e amorosa, ma estremamente gelosa e passionale. […] Il terzo brano costituisce invece un omaggio a Bach. L’incipit del soggetto della Fuga XVI in sol minore del I volume del Clavicembalo ben temperato viene infatti utilizzato all’interno della seconda parte del pezzo. Dapprima trasposto e poi esattamente citato nel finale, è sempre presentato con tecniche peculiari dello strumento ad arco e nei più differenti registri» (Sonia Bo).
In questo percorso al femminile nel repertorio per viola, completa il programma l’imponente sonata di György Ligeti. Nell’introdurre il suo lavoro, il compositore ricordava come l’ispirazione iniziale fosse derivata dall’ascolto della violista tedesca Tabea Zimmermann e di come la sua attenzione si fosse focalizzata, in quell’occasione, nel vigore e nella concisione della corda do, la più grave dello strumento. Attraverso i sei movimenti di cui si compone, realizzati in momenti dislocati nel tempo, si rincorrono suggestioni del folklore ungherese, balcaniche, jazzistiche e orientali, momenti di virtuosismo ed esplorazioni tecniche inusuali.
In collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio di Roma
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