Nel 1946 consegue la laurea in giurisprudenza. Conclude gli studi musicali con i diplomi di pianoforte (1950) e di composizione (1953). Nel 1953, comincia a scrivere una serie di composizioni che si collocano, per alcuni loro aspetti, nell’ambito della musica di ascendenza espressionista. Dal 1959 al 1960 realizza, sulla base di partiture scritte in precedenza, le due composizioni elettroniche Simmetrie e Tensioni. Nel 1959, la conoscenza di F. Evangelisti, che si farà ricca di fertili relazioni, lo porta a essere uno dei fondatori dell’Associazione Nuova Consonanza. Nel 1963, decide di sospendere l’attività nel campo della musica elettronica, dopo averne riscontrato alcuni limiti espressivi, per dar luogo a una rinnovata riflessione sulla percezione uditiva che si traduce in uno studio sistematico e approfondito. I primi e già significativi esiti di tale ricerca, che si estenderà nell’arco di quindici anni, si riscontrano essenzialmente nella composizione del 1967 Canzone (I.I.) per soprano e percussione. Gli sviluppi successivi lasciano ampio spazio all’esperienza sensibile e il risultato finale è l’accrescimento illimitato delle possibilità musicali. Una considerazione a parte riguarda il giudizio analitico, documentato da appunti redatti tra il 1974 e il 1988, inteso a chiarire a posteriori gli aspetti teorici impliciti nel fatto musicale. Tale profonda valutazione è indotta nell’Autore dal fondamentale convincimento che la musica debba ritenersi una forma di conoscenza. Negli anni Ottanta produce una serie di composizioni da cui si distingue il Quartetto d’Archi con voce femminile (su testo di F. Tentori) (1984). In esse emerge l’intento di riflettere con immediatezza il vissuto, o la memoria del vissuto, quasi fossero pagine di un diario scritto in musica. In questo contesto, appare esemplare la breve ma intensa partitura del Notturno per flauto (1984). Negli ultimi anni si è dedicato ad alcuni progetti di teatro musicale che non hanno visto realizzazione. Rimangono, tuttavia, indicazioni chiare e ben definite che inducono al ritenere l’incisività dei fatti sonori come il portato di un logos musicale che possa farsi, di volta in volta, descrizione, azione, dramma e visione del mondo. |