Dacia Maraini Figlia primogenita di una aristocratica palermitana, gallerista e pittrice, Topazia Alliata, e di un antropologo, orientalista e scrittore toscano, Fosco Marain, è vissuta in Giappone durante l’infanzia. Approdata a Palermo in gioventù si è poi trasferita a Roma col padre, dopo la separazione dei genitori all’età dei diciotto anni. Nella capitale si mantiene come archivista, segretaria e giornalista, e comincia a collaborare con diverse testate. Ha sempre conservato un punto di vista internazionale. Ancor oggi i suoi scritti esprimono determinazione, grande lucidità e interesse per la condivisione intellettuale. È autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie, saggi e articoli, tradotti in oltre venti paesi. È una scrittrice che ha avuto una vita intensa di grandi sofferenze – è stata anche reclusa con la famiglia in un campo di concentramento per antifascisti per due anni e poi liberata dagli americani – dalle quali si è sempre risollevata ma anche di grandi soddisfazioni, conseguenza di un lavoro costante. Agnostica, vegetariana, è sempre stata dalla parte dei deboli e degli oppressi. Autrice di più di settanta libri, la consacrazione letteraria avviene nel 1990 con il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa. Nel mondo è una delle più conosciute scrittrici italiane: è stata anche una favorita per il Premio Nobel alla Letteratura (Silvia Amodio). |