Fondato a Strasburgo dal soprano Françoise Kubler e dal clarinettista Armand Angster, l’ensemble Accroche Note si dedica da sempre alla promozione e alla diffusione della musica contemporanea, privilegiando una modalità lavorativa basata sulla collaborazione continua e diretta con i compositori.
Torna in Italia con un programma internazionale, che ruota attorno a una nuova composizione del ciclo degli haiku di Ivan Fedele, presentata in prima assoluta. Nei brani eseguiti affiorano soggetti affini al tema del Festival, legati a diverse forme di resistenza a situazioni di oppressione, di manipolazione o alla disobbedienza come forma di ribellione.
Jonathan Harvey (1939-1912) |
Chu (2002) per soprano, clarinetto, violoncello |
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testo tradizionale tibetano e di Soname Yangchen |
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Nina Šenk (1982) |
beyond (2020) per clarinetto basso |
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Vittorio Montalti (1984) |
Passacaglia (2008) per violoncello e marimba |
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Caterina di Cecca (1984) |
General* (2024) per soprano, clarinetto, violoncello e percussioni |
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testo di Bertolt Brecht |
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Ivan Fedele (1953) |
Natsu Haïku* (2024) |
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per voce femminile, clarinetto basso, violoncello e percussioni |
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su poesie haiku giapponesi |
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Commissione della Ernst von Siemens Musikstiftung |
*prima esecuzione assoluta
Accroche Note
Françoise Kubler soprano, Armand Angster clarinetto basso, Christophe Beau violoncello, Emmanuel Séjourné percussioni
Chu
Chu è un omaggio allo spirito coraggioso e pacifico di quel popolo tibetano che soffre sotto l’oppressione del proprio Paese e la violazione della sua cultura; è allo stesso tempo un memoriale per circa due milioni di morti. Nel brano viene musicata una parte del tradizionale Praise in Twenty-One Homages to Tara e, in coda, è inserita una breve poesia di Soname Yangchen, la cantante che è fuggita dal Tibet in un pericoloso viaggio notturno attraverso le montagne.
Il soprano canta in tibetano, accompagnato dal clarinetto e dal violoncello che si muovono nelle regioni più gravi. I suoni ruvidi e profondi corrispondono all'aspetto "irato" dell’amata e bella figura di Tara, che nella sua danza schiaccia le forze distruttive dell'universo, proteggendo il suo popolo.
La poesia di Soname Yangchen utilizza l'immagine di un uccello (chu) per esprimere un'aspirazione alla libertà.
Jonathan Harvey
beyond
Nel mondo moderno, c’è una forte tendenza a dividere tutto in due categorie: buono o cattivo, bianco o nero. I media e i social media hanno scoperto un grande potere di manipolazione nel presentare le notizie e i contenuti in questo modo. I dettagli, il contesto, le diverse sfumature e la complessità vengono ignorati e tutto tende a essere presentato nel modo più semplice (controverso e divisivo) possibile. Con il brano beyond cerco di avvicinarmi all’idea che dobbiamo sempre guardare oltre il titolo, oltre la visione della breve storia che ci viene presentata, e cercare ciò che c’è oltre, trovare il vero contenuto e le sue diverse sfumature. […]
beyond è costituito da dieci variazioni, ma questa organizzazione non dovrebbe essere letta in un senso classico e orizzontale. Ogni livello (o aggiunta) dovrebbe essere compreso in senso verticale, come uno strato più nascosto rispetto al precedente, un’aggiunta dello stesso contenuto o una visione diversa dello stesso materiale. In altri termini il pezzo, composto orizzontalmente, dovrebbe essere ascoltato e compreso in senso verticale.
Nina Šenk
Passacaglia
Si tratta di uno studio sulla ripetizione. Una figura base viene reiterata continuamente, prestandosi a deviazioni verso mete non previste. Oltre alla mera ripetizione infatti la figura può bloccarsi o anche aprire la porta su sentieri inaspettati.
Il brano è infine un virtuale omaggio ad Anton Webern. Come nella sua Passacaglia la seconda parte è abitata dai temi generati dall'ostinato, così nel finale "sotterraneo" vengono ripresi i gesti nati precedentemente fino a una esplosione della figura iniziale.
Vittorio Montalti
General
Nella poesia General, di Bertolt Brecht, la centralità del messaggio politico risiede nel sottolineare il ruolo degli esseri umani all'interno di un sistema militare che, a prima vista, appare potente e inarrestabile grazie alla tecnologia e alla disciplina. Tale forza conclamata è in realtà fragile in quanto dipendente dall'obbedienza delle persone. Infatti, se i soldati decidessero di pensare autonomamente e di disattendere gli ordini, il potere dei generali crollerebbe. Questo concetto di "pensiero" inteso come atto di ribellione è il fulcro del testo e del mio pezzo: l'individuo che pensa per sé rappresenta una minaccia per il militarismo e di conseguenza una speranza per un futuro di pace.
Caterina Di Cecca
Natsu Haïku (Haïku estivo)
La concisione formale dell’haiku (tre versi di 5, 7 e 5 sillabe rispettivamente) e la sua natura aforistica, sono due dei principi compositivi più apprezzati dagli autori di oggi. Tenendo presente questo, ho scritto gli Haru Haiku (Haïku primaverili) nel 2015 e i Fuju Haiku (Haïku invernali) nel 2020, scelti dal repertorio dei più famosi poeti giapponesi: Hattori Ransetsu, Katõ Kyõtai, Kobayashi Issa, Matsuo Basho, Takai Kitõ, Uejima Onitsura, Murakami Kijõ e Ogiwara Seinsensui.
Queste successioni di poesie sono state concepite come le prime tre parti di un progetto più ampio che includerà gli Haïku dell’autunno.
Ivan Fedele
Con il supporto di Fondazione Nuovi Mecenati - Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea e in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio di Roma
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